La valle del Medio Fortore
Il fiume Fortore svolse un ruolo determinante nella definizione dei modelli di insediamento che caratterizzarono i siti del comprensorio.
Le particolari caratteristiche geo-morfologiche ed ambientali, infatti, rappresentarono fattori senz’altro positivi per l’occupazione del territorio da parte di quel movimento migratorio che interessò la Puglia in età Neolitica.
Il fiume Fortore è uno dei maggiori fiumi dell’Italia Meridionale. Nasce dal Monte Altieri (m. 888 s.l.m.) in località Grotta in Valfortore (m. 840 s.l.m.) presso Montefalcone di Valfortore (BN) e sfocia nel Mar Adriatico presso il lago di Lesina (FG), ovvero in località Ripalta a 55 km da Foggia, attraversando la Campania, il Molise e la Puglia.
L’antico insediamento delle “Coppe di Civitate”, caratterizzato originariamente da un modello per piccoli nuclei sparsi, che comprendeva le località di Coppa Mengoni, Pezze della Chiesa, Mezzana Piani di Lauria e l’area tra il tratturo e Marana della Difensola, in età arcaica, si evolve verso un tipo di organizzazione proto-urbana caratterizzata da una nuova definizione, al suo interno, dei ruoli e delle funzioni politiche, economiche e sociali: nasce Tiati.
La composizione del corredo legato al rituale funebre è testimone di quel processo di gerarchizzazione sociale che, nel corso del VII secolo e agli inizi del successivo, caratterizza il territorio di Tiati e che vede l’affermarsi di famiglie che rivestono ruoli di particolare prestigio all’interno della comunità.
La presenza di elementi metallici, strumentali ed ornamentali, oltre al vasellame geometrico, è volto ad ostentare il ruolo sociale di rilievo del defunto.
L’analisi dei contesti funerari scavati nel territorio dell’antico insediamento di Tiati permettono di evidenziare un mutamento nel rituale funerario tra il V e il IV sec. a.C. Il corredo che accompagna il defunto nel suo viaggio nell’aldilà si arricchisce di vasti servizi da mensa.
La collocazione geografica di Tiati, importante snodo delle vie delle transumanza e dei flussi commerciali tra nord-sud ed est-ovest verso il Tavoliere, determina i tratti distintivi di una comunità di “frontiera” che trovano rappresentazione nella definizione di nuove tecniche edilizie sia nella sfera pubblica che in quella privata, nell’adozione di modelli ellenici, nelle trasformazioni del rituale funerario e religioso e nell’adozione della lingua osca.
La morte così come la nascita di un individuo era un momento della vita della comunità che rivestiva notevole rilevanza. L’attenzione prestata per la preparazione del funerale testimonia il rango del defunto e della sua gens.
I dati archeologici restituiscono per l’insediamento di Tiati-Teanum Apulum la pratica dell’inumazione e l’uso di adagiare il corpo in posizione rannicchiata e, nel corso del IV-III sec. a.C. anche in una posizione supino-contratta con busto e bacino supini e gambe flesse, per giungere poi in età romana, alla posizione supina con gambe distese e braccia sul bacino o lungo i fianchi.
Il nuovo assetto politico-economico e sociale dell’insediamento di Tiati si esprime anche attraverso una nuova organizzazione dei nuclei abitativi con la definizione di una rinnovata articolazione degli spazi, sia interni che esterni, ed una variazione nell’impiego dei materiali da costruzione.
L’insediamento di Tiati è caratterizzato da un capillare processo di integrazione culturale con le popolazioni del Sannio che si manifesta anche nelle vicende politiche e militari che accompagnarono, alla fine del IV secolo a.C., la ripresa delle ostilità tra i Sanniti ed i Romani per il controllo sulla Daunia e, in generale, sull’Italia meridionale.
La resa dei Teatini, nel 317 a.C., durante la seconda guerra sannitica, determinò lo sviluppo del controllo romano sul territorio.
Si assiste in questa fase storica allo sviluppo di processi evolutivi che riguardano un nuovo modo di organizzare il territorio, che condiziona le dinamiche insediative, economiche, politiche e sociali. L’occupazione del territorio vede la concentrazione dell’abitato con conseguente sviluppo dell’urbanizzazione ed abbandono dell’insediamento sparso.